Sabato 03 Giugno 2023

DISTURBO DI PANICO E AGORAFOBIA

La natura del panico

Si dice che soffre di disturbo di panico chi ha attacchi di panico frequenti o passa buona parte del suo tempo in preda alla paura dei successivi attacchi di panico.

Un attacco di panico si ha quando una persona diventa in breve tempo molto spaventata o molto ansiosa in una situazione nella quale la maggior parte delle persone non proverebbe paura o malessere. Durante l’attacco di panico si possono avere i seguenti sintomi:

  • Respiro affannoso
  • Palpitazioni
  • Vertigini o giramenti di testa
  • Formicolii alle mani o ai piedi
  • Senso di costrizione o dolore al torace
  • Sensazione di soffocamento o di mancanza d’aria
  • Sentirsi svenire
  • Sudorazione
  • Tremori
  • Vampate di caldo o di freddo
  • Bocca secca
  • Nausea o nodo allo stomaco
  • Debolezza alle gambe
  • Visione annebbiata
  • Tensione muscolare
  • Impressione di non riuscire a pensare chiaramente o di non riuscire a parlare
  • Impressione che le cose intorno non siano reali
  • Paura di morire, di perdere il controllo, o di comportarsi in modo bizzarro.

Le persone che soffrono di attacchi di panico tendono ad interpretare in maniera erronea e catastrofica questi sintomi fisici (vedi tabella).

  1. SENSAZIONE                                                               INTERPRETAZIONE

Tachicardia, palpitazioni

Attacco cardiaco

Irrealtà, depersonalizzazione, dissociazione

Perdita di controllo, schizofrenia, rischio di impazzire

Fiato corto, tensione al diaframma, nodo in gola, secchezza delle fauci

soffocamento

Capogiro, sbandamento, vertigini

Svenimento, collasso, tumore al cervello

Vista annebbiata

Cecità, ictus

Nausea, disturbi addominali

Angoscia

Tensione muscolare, spasmi

Ictus, tumore al cervello

Chi ha un attacco di panico generalmente cerca di allontanarsi dalla situazione in cui si trova, nella speranza che il panico cessi, oppure cerca chi lo possa aiutare se dovesse “svenire”, “avere un infarto” o “impazzire”. C’è chi invece cerca di restare solo perchè si vergogna delle conseguenze che l’attacco potrebbe avere o teme che altri possano scoprire che soffre di un attacco di panico.

Agorafobia

Il disturbo di panico spesso è associato all’Agorafobia. Già ai tempi dell’antica Grecia veniva descritto un disturbo che provocava “paure irragionevoli in persone che per il resto sono sane di mente”. Solo verso la fine del secolo scorso questo tipo di problema ha cominciato ad essere conosciuto come agorafobia. La traduzione letterale vuol dire paura (“Fobia”) della piazza del mercato (“Agora”), ma il termine viene applicato per indicare la paura di ogni posto pubblico o di ogni spazio aperto.

Evitamento

Gli attacchi di panico sono comuni e in alcune persone sono così frequenti da compromettere gravemente la qualità della loro vita quotidiana. Mentre alcune persone colpite da attacchi di panico non cambiano in modo evidente il loro modo di vivere, altre cominciano a evitare determinate situazioni per paura di averne uno.

In effetti quasi tutti coloro che soffrono per lungo tempo di attacchi di panico prima o poi iniziano ad evitare una o più situazioni per la paura di avere in esse un attacco. Si parla in questi casi di evitamento.

Le situazioni più frequentemente evitate sono luoghi affollati, spazi aperti, autobus, treni, centri commerciali, ecc.

Paura della paura

Recenti ricerche portano a concludere che in chi soffre di agorafobia le paure dei posti pubblici o degli spazi aperti non sono primarie, ma sono la conseguenza di una paura sottostante, cioè la paura di avere una crisi di ansia, detta attacco di panico, indipendentemente dai luoghi in cui si manifesta.

Terapia

La terapia del disturbo di panico agisce su diversi piani: cognitivo, comportamentale, fisiologico.

Sul piano cognitivo il terapeuta aiuta il paziente a prendere consapevolezza di quelli che sono i pensieri “disfunzionali” che provocano un aumento dell’ansia e a metterli in discussione attraverso una serie di tecniche cognitve e comportamentali.

Sul piano comportamentale la terapia aiuta il paziente ad esporsi in maniera graduale a quelle situazioni che vengono evitate a causa dell’ansia. In questo modo la persona diventa consapevole del fatto che non sono le situazioni in sé a generare l’ansia e che non c’è nulla di così catastrofico che possa accadere.

Parallelamente a tutti questi interventi il terapeuta insegnerà al paziente alcune tecniche di rilassamento utili a diminuire i sintomi fisici dell’ansia.



 

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